Le risaie lasciano spazio, a ovest, a coltivazioni di altri cereali, a pioppeti e macchie boschive, che s'infoltiscono avvicinandosi alla sponda del Sesia, spesso in corrispondenza dei numerosi fontanili.
Si notano qua e la, nelle zone oltre Mandello e Sillavengo, campi adibiti alla coltura della vite (uva fragola), che in alcuni casi avviene ancora ad alteno, ovvero sospendendo i tralci ("sposandoli") agli alberi. Il percorso si può completare anche in momenti diversi o addirittura suddividere in due o tre parti, come indicano i tratteggi nella carta.
A Landiona l'abitato si dispone attorno a due punti di riferimento: la chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, di fondazione molto antica, e il castello eretto intorno al 1280 e nel corso dei secoli più volte rimaneggiato nelle strutture e negli usi cui era destinato.
Si raggiunse subito l'argine del Sesia, per vie sterrate, nella zona delal cascina Casera e della derivazione dal fiume della roggia che a Landiona muove la ruota di un molino (per questo detta Molinara). Procedendo verso nord, ci si immerge nel bosco di robinie, aceri campestri, farnie, frassini, ontani.
Poche centinaia di metri prima del sottopasso della ferrovia, deviando a destra si può raggiungere la fontana dei Lupi, una delle più integre della zona, con nove polle che mantengono costante il livello dell'acqua, in una galleria verde di alberi, arbusti (noccioli, ligustri, biancospini) e piante erbacee che non ha subito alterazioni nel suo equilibrio.
La tranquillità del luogo può indurre a prolungare la visita all'ambiente ripariale; giunti allora alla SP15, la si attraversa, continuando sull'argine e deviando di volta in volta per soffermarsi ad altre fontane: Avetto, Scimbla, della Cavallae e, più a nord, Valsalice.
A Carpignano Sesia si sosta per visitare le vie acciottolate del nucleo medievale, un castello-ricetto in cui spicca l'architettura romanica della chiesa di San Pietro, dell'XI secolo, con abside decorata da pitture del XII. Un edificio in via Castello custodisce un grande torchio a peso datato 1575.
Lungo la SP15 (dopo l'autostrada A26, nei campi a sinistra si trova la fontana Gozzini) si arriva a Sillavengo, che si ricorda soprattutto per la chiesa di Santa Maria Nova, edificata intorno alla fine del XIV secolo e decorata con affreschi nel XV.
Si continua verso est percorrendo la SP154. Da Castellazzo Novarese, stretto attorno alla rocca quattrocentesca dei Caccia, imboccata la SP14 per Mandello si volta, di fronte al cimitero, in via Papa Giovanni XXIII, dirigendosi a Santa Maria di Camodeia, la località che fu abbandonata nel corso del cinquecento in favore di Castellazzo (la chiesa romanica fu demolita nel 1902).
Alla cascina Baraggiola si gira a sinistra sulla strada vicinale del Bosco Dormì, carrareccia che oltrepassa il Diramatore Alto Novarese e conduce a Casaleggio Novara. La chiesa parrocchiale del paese, dedicata a Sant'Ambrogio, è seicentesca, ma di origini molto antiche: fra le opere che la decorano si distingue una tela attribuibile al Morazzone (1573-1626) o alla sua scuola.
Una torre del XIII secolo è tutto ciò che rimane del castello, in luogo del quale nel seicento fu costruita la villa Cesti.
Lungo la SP81 (dopo la seconda curva a gomito ci si può inoltrare nei campi sulla destra per uno sguardo alla fontana Scaldasole) e un breve tratto della SP14 si raggiunge Mandello Vitta, fondato nel 1232 come borgo franco di Novara, ai confini delle terre controllate dai conti di Biandrate (di qui passava la strada Biandrina, nel tratto che collegava Sillavengo a Biandrate).
La torre all'ingresso occidentale dell'abitato documenta quei lontani tempi, come la chiesa di San Lorenzo, costruita alla fine del XIV secolo e decorata internamente nel corso del cinquecento e in età barocca.
Passando a fianco della torre e voltando a destra, si percorre la SP15 per circa 200 metri, per girare a sinistra sulla SP82, che supera la roggia Biraga e l'autostrada !26 riportando verso Landiona. Di nuovo si svolta a sinistra, sulla SP16, per una visita a Santa Maria dei Campi, oratorio campestre di antiche origini che fu affrescato nel quattrocento dal pittore Bartulonus e dai Cagnola.
Si rientra in paese per una strada sterrata: alla destra, a poche decine di metri oltre un campo, si trova la fontana Ceresa.
Tratto da:
Percorrerepiano - Vie Verdi
Atl Provincia di Novara